BIOLOGIA E RIPRODUZIONE

 

 

D: Cosa c’è che non va nei bambini? Non vi piacciono?

I Volontari del VHEMT amano i bambini quanto chiunque altro. Il problema non sta tanto nell’«aver dei bambini», quanto piuttosto nell’avere degli adulti. L’impatto ambientale dei pannolini usa e getta è senza dubbio notevole, ma siamo adulti molto più a lungo di quanto non siamo bambini.

Coloro che pensano di generare dei figli spesso dimenticano che stanno per mettere al mondo un nuovo umano a tutti gli effetti, un umano che entro pochi anni diverrà adulto.

La gioventù è una fase della vita meravigliosa, sia che si parli di gente, di panda o di pantere. È triste immaginare che possa non esserci più nulla di tutto ciò. Un pulcino di condor può non essere altrettanto carino di un cucciolo umano, ma dobbiamo decidere di rinunciare ad uno per consentire agli altri di sopravvivere.

Il benessere dei bambini migliorerà se saranno meno numerosi. In quel caso potremmo occuparci meglio di loro. Considerando il mondo che stiamo creando per le generazioni future, procreare oggi è come affittare stanze in un edificio in fiamme — eppure, continuiamo ad affittare quelle stanze ai nostri stessi figli.

Scegliere d’astenersi dal mettere al mondo un’altra persona significa dimostrare un amore profondo verso la vita nel suo complesso.


 

D: Non è che oggigiorno siano le persone sbagliate a riprodursi?

Alcuni dicono: «Oggi sono le persone sbagliate quelle che hanno figli». Quante volte avete sentito questo ritornello? Possiamo essere certi che chi dice una cosa simile non sta parlando di se stesso: sta parlando di quelle altre persone sbagliate. Sta parlando di «quegli stupidi degenerati che non dovrebbero riprodursi, di quelli che sono troppo poveri per allevare dei figli, o di quelli che sono talmente depravati da non apprezzare neppure i bambini e che potrebbero arrivare a pensar d’abusare di loro». Quel che logicamente consegue in ragionamenti di questo tipo è che «chi ha dei geni scadenti non dovrebbe mai tramandare ad altri i propri difetti».

In chi sostiene le opinioni descritte, è implicita l’attitudine a pensare che esistano persone migliori, più adatte delle altre a trasmettere i propri geni. La gente intelligente, economicamente sicura, responsabile, socialmente consapevole e dotata del corredo genetico migliore dovrebbe darsi da fare per riprodursi. Dopo tutto, qualcuno dovrà pur farlo, no?

Può essere che sia così, ma anche se l’intelligenza potesse essere misurata o ereditata, non ci sono prove che i gas intestinali emessi dalla gente intelligente puzzino meno di quelli emessi dai cretini. E dal momento che i ricchi possono occuparsi delle persone a proprio carico meglio di chi è economicamente svantaggiato, è anche probabile che siano poprio i ricchi a danneggiar di più l’ambiente con i propri consumi eccessivi.

Alcuni sostengono che il loro credo religioso o politico ha bisogno di più adepti per poter migliorare il mondo, ma non c’è alcuna garanzia che i discendenti seguano le tradizioni dei propri genitori. In effetti, sembra proprio che nelle società moderne si verifichi un fenomeno esattamente opposto. Inoltre, se gli unici ad accettare un certo modo di pensare sono coloro che vengono condizionati ad esso fin dalla nascita, è molto probabile che quel modo di pensare sia piuttosto scadente.

Altri sostengono che la loro razza o il loro gruppo etnico sono una minoranza, o che lo saranno presto se non si danno da fare. Portare avanti il nome della famiglia ha costituito a lungo una giustificazione per la riproduzione, una giustificazione da non mettere neppure in discussione. Quando una coppia dice di volere “un figlio proprio” intende “un figlio con i nostri geni”. La mentalità che sta dietro a quest’ordine di idee fondato sul concetto di consanguineità è forte e radicata: “Noi” dobbiamo essere di più, “Loro” devono essere di meno. Vi sembra razzista? Be’, quando le coppie tentano di mettere al mondo un figlio specificamente maschio o femmina c’è anche un po’ di sessismo nell’aria. Ed è elitismo il voler creare delle repliche di noi stessi mentre decine di migliaia di figli degli “Altri” muoiono ogni giorno per mancanza d’attenzioni.

Ad ogni modo, aumentare il numero puro e semplice della gente che condivide una determinata filosofia o un particolare corredo genetico non migliora sempre lo status di quel gruppo. Le “guerre riproduttive” tra gruppi rivali hanno talora modificato gli equilibri politici, ma i membri dei gruppi “vincitori” solitamente non stanno meglio solo perché votano uno schieramento piuttosto che l’altro. La riproduzione finalizzata al potere è un residuo di quell’antica tradizione d’omicidi di massa chiamata genocidio. La motivazione di fondo rimane la stessa.

In realtà, come sanno bene i Volontari del VHEMT, ad “aver figli” è la specie sbagliata. Indipendentemente da differenze piuttosto superficiali, siamo tutti homo sapiens. Fintanto che le estinzioni delle forme di vita selvatica continuano ad un passo estremo, la creazione intenzionale anche di un solo membro della nostra specie non può essere giustificata.

Per un esempio di sostegno alla riproduzione selettiva, si veda: Future Generations.


D: Sono ultraintelligente. Non dovrei trasmettere i miei geni alla discendenza?

Be’, sareste in grado di superare un test di intelligenza minima, qualora fosse necessario per ottenere una “licenza di procreazione”?

Per scoprirlo, rispondete semplicemente a questa domanda:

Considerando i 40.000 bambini che muoiono ogni giorno per malnutrizione, e considerando il numero di specie che si estingue in conseguenza della riproduzione eccessiva della nostra specie, ritenete che sarebbe una buona idea mettere al mondo voi stessi un ulteriore umano?

  NO

Grazie per aver partecipato a questo gioco.


D: Che dire dell’istinto riproduttivo umano?

Gli umani, come tutti gli altri esseri viventi, sentono pulsioni che li spingono a riprodursi. La spinta biologica ci induce a fare sesso, non figli. Il nostro “istinto riproduttivo” è analogo all’istinto di uno scoiattolo di piantare alberi: lo scoiattolo immagazzina cibo, la nascita degli alberi è solo un effetto secondario. Se il sesso coincide col bisogno di procreare, allora la fame coincide col bisogno di defecare.

I desideri indotti per via culturale possono essere tanto forti da sembrar dovuti a motivazioni biologiche, ma non esiste alcun meccanismo evolutivo mirato all’istinto riproduttivo. Perchè smettiamo di riprodurci quando abbiamo la quantità di figli che consideriamo sufficiente? Se esiste un istinto che spinge alla riproduzione, com’è che così tanti di noi riescono a dominarlo senza sforzo? Un sacco di gente non ha mai sentito quell’istinto, e le mutazioni non interessano percentuali così elevate di una popolazione.

Considerando le nostre radici evolutive, immaginate un homo erectus che sentisse una spinta istintiva a generare un nuovo umano. Avrebbe dovuto capire che era necessaria una donna delle caverne, che avrebbe dovuto impegnarsi in un rapporto sessuale, ed entrambi avrebbero poi dovuto attendere nove mesi.

Tenendo conto della frequenza con la quale i membri della nostra specie sentono lo stimolo sessuale, è probabile che la sessualità umana abbia una funzione principalmente mirata a stabilire un legame di coppia, piuttosto che avere una funzione spiccatamente mirata alla riproduzione. I cuccioli umani sono vulnerabili così a lungo che la loro sopravvivenza, particolarmente in epoca preistorica, può essere dipesa dalla presenza di un forte legame di coppia tra i genitori. I bonobo, che sono i nostri parenti biologicamente più prossimi, praticano il sesso per ragioni sociali ben più di quanto lo pratichino per ragioni riproduttive.


 

 D: Non ci sono delle buone ragioni per le quali gli umani si dovrebbero riprodurre?

«La specie umana continuerebbe ad esistere se i bambini venissero messi al mondo per un atto di pura razionalità? Un uomo non proverebbe piuttosto un’empatia tale nei confronti della generazione successiva da volerle risparmiare il peso dell’esistenza? O almeno da non accollarsi a sangue freddo la responsabilità di quel peso?»

— Arthur Schopenhauer (1788-1860)
da “Le sofferenze del mondo” (1851)

 Come nel caso del filosofo greco Diogene, che cercava tutto il giorno con la sua lanterna una persona onesta, la ricerca di un motivo razionale ed eticamente valido per mettere al mondo un altro umano al giorno d’oggi prosegue senza successo. Chiedete a qualcuno perché sta programmando di mettere al mondo un altro figlio, ed egli molto probabilmente vi fornirà una delle ragioni elencate nella tabella seguente. Le vere ragioni sono quelle nella colonna centrale, e le alternative al procreare per quelle ragioni sono nella colonna a destra.

PERCHÉ METTERE AL MONDO DEI FIGLI?

Motivo addotto Vero motivo Alternative consigliate
«Non posso farci niente, è una pulsione biologica.» Non si chiede (o non vuole chiedersi) quali sono le sue motivazioni. Ci sono istituzioni specificamente addette alla cura di coloro che non sono in grado di controllare le proprie pulsioni biologiche.
«Voglio dare dei nipoti ai miei genitori.» È ancora in cerca dell’approvazione dei genitori. Vivere la propria vita ed incoraggiare i genitori a fare altrettanto.
«Semplicemente mi piacciono i bambini.» Ha perso il contatto col proprio fanciullo interiore e con i bambini che già sono al mondo. Ricorrere all’adozione o all’affido. Lavorare con i bambini, insegnare.
«Possiedo geni umani superiori.» Non è in grado di riconoscere un ossimoro. Soffre di megalomania. Fare grandi cose direttamente con i propri geni, piuttosto che aspettarsi che le faccia la prossima infornata.
«Ho bisogno d’aiuto nella mia impresa.» Il lavoro costa troppo. Considera inopportune le leggi sullo sfruttamento minorile. La meccanizzazione offre vantaggi molto più immediati.
«Voglio qualcuno che si occupi di me quando sarò vecchio.» Ha paura di invecchiare. Ha una personalità incline allo sfruttamento. Risparmiare in vista della pensione. Essere gentili col prossimo, così da assicurarsi visite future in istituto.
«La gravidanza e il parto sono esperienze di vita.» L’indottrinamento sociale limita le sue possibili scelte di vita. Affittare un simulatore di gravidanza. Dedicarsi ad esperienze di vita diverse.
«Una buona famiglia è essenziale per fare carriera e per avere una posizione sociale salda.» Soffre di insicurezza sociale. Vuole un figlio da esibire come trofeo per migliorare il proprio status. Per le occasioni speciali, affittare dei bambini da un’agenzia che si occupa di talenti. Ricorrere ad altri simboli di status comunemente riconosciuti come prestigiosi.
«Vogliamo creare una nuova vita che incarni il nostro amore reciproco.» L’ego moltiplicato per due meno l’immaginazione fa tre, o anche di più. Dedicarsi al giardinaggio. Adottare un torrente o un sentiero. Darsi al recupero di animali abbandonati. Proteggere e recuperare ecosistemi per incarnare il proprio amore.
«Voglio dei figli miei (che ancora non esistono) per avere tutte quelle cose che non ho mai avuto.» Infanzia, desideri e fantasie insoddisfatti. Affrontare i rimpianti e godersi la vita. Curarsi dei bambini che già sono al mondo.
«Voglio portare avanti il nome della mia famiglia.» Tenta di compiacere il padre. È vittima delle superstizioni legate al mito della linea del sangue familiare. Creare qualcosa di duraturo e dargli il nome della famiglia. Donare sangue per perpetuarne la linea.
«Voglio vedere una versione in piccolo di me stesso.» Manifesta egocentrismo. Manca di gratificazione dell’io. Ordinare una bambola su misura a propria immagine. Costruirsi una vita in grado di fornire gratificazioni.
«Dio vuole che io lo faccia.» Manifesta obbedienza acefala ai piazzisti del dogma che vogliono un gregge più numeroso. Investigare la vera natura di Dio, qualsiasi cosa crediate che Dio sia.
«Mia moglie/mio marito vuole un figlio.» Si arrende per timore di perdere il partner. Comunicare i propri veri desideri. Il partner potrebbe credere che a volere dei figli siate proprio voi. Affittare una bambola che simuli un bambino in modo realistico.
«Voglio un figlio che sia sangue del mio sangue.» Desidera un’estensione del proprio ego. È potenzialmente razzista. Riconoscere il valore della gente con un corredo genetico diverso dal proprio.
«Per me è una questione spirituale.» Trova che ogni altra ragione sia troppo facile da scardinare. Rivolgersi ad esperienze che siano veramente spirituali.
«Ho sempre voluto dei figli, è quel che fa la gente normale.» Accetta supinamente i condizionamenti culturali. Provare a considerare delle alternative. Interrogarsi circa le proprie aspettative. Ricorrere all’adozione.
«Voglio cementare la relazione col mio partner.» Teme il fallimento del proprio matrimonio. Parlarsi per rafforzare la relazione. Fare delle vacanze insieme per rendere più solido il legame di coppia.
«Amo i bambini.» Ha una visione a breve termine della realtà. I bambini diventano presto adulti. Dedicarsi ad un mestiere nel quale ci si occupa di bambini.
«Essere madre è la più elevata delle vocazioni femminili.» È stata indotta a credere che compiacenza e libera scelta siano la stessa cosa. Si può essere madri o padri anche senza mettere al mondo dei figli. Molti bambini attendono che qualcuno dia loro una casa.
«Mio figlio potrebbe trovare il modo per salvare il mondo.» Soffre del complesso della “Madre di Dio” (quel complesso può colpire anche gli uomini). Se vuoi che una cosa sia ben fatta, fattela da te.
«Sto tentando di avere un maschio/una femmina.» Manifesta egocentrismo, insicurezze circa la propria identità sessuale e insoddisfazione verso i figli che ha già. Apprezzare quel che si ha, tenendo presente che i figli attuali potrebbero provare risentimento verso i fratelli/sorelle del sesso preferito dai genitori.
«Lo voglio e basta.» Lo vuole e basta. Avere dei figli preclude la maggior parte delle altre cose che si vogliono e basta.
«Voglio qualcuno che mi ami e che non mi lasci mai.» Ha paura d’essere abbandonato. Manifesta problemi di relazione. Amare per essere amati. Accettare il cambiamento ed affrontare le perdite.
«La nostra economia ha bisogno di lavoratori giovani per sostituire quelli che vanno in pensione.» È desideroso di sacrificare i propri discendenti per il bene dell’Economia Nazionale. L’automazione riduce il bisogno di schiavi del salario. Prendere in considerazione i diritti di coloro che ancora non sono stati concepiti di rimanere tali.
«Il mondo ha bisogno di più gente come noi, o saremo sopraffatti numericamente.» Manifesta elitismo e xenofobia. Considera l’eugenetica un rimedio più semplice da attuare rispetto al genocidio. Convertite gli altri alla vostra causa, così ci saranno più persone come voi e meno come “gli altri”.
«Posso anche farlo, tanto il pianeta ormai è comunque condannato.» Natalismo nichilista. Prendere in considerazione il valore etico del condannare alla vita e alla morte un innocente in un mondo destinato al collasso ecologico.
«Mi piacerebbe ottenere un senso di immortalità.» Teme la morte e la non-esistenza. Accettare la caducità. Diffondere le proprie idee anziché i propri geni. Gli eredi di Socrate non sono identificabili, ma le sue idee continuano ad esistere.
«Il mio orologio biologico è impazzito.» Nelle società puritane si trova difficile accettare che il picco del desiderio sessuale, nelle donne, arrivi tra i 30 e i 50 anni d’età. Disattivare quella bomba mentale impiantata culturalmente. Fare l’amore senza fare figli va benissimo.
«Non lo so.» Non ci ha mai pensato. Soffre di conformismo acefalo. Pensare prima di procreare — si potrebbe finire per decidere di non farlo.
«Più avanti negli anni, quando sarà troppo tardi, potrei pentirmi di non aver fatto quell’esperienza.» Teme le preoccupazioni future e che la vita fugga troppo in fretta. Non è possibile provare ogni esperienza. Molto meglio rimpiangere di non aver avuto figli che rimpiangere d’averli avuti.
«Non voglio negare ai miei figli (che non esistono ancora) le gioie dell’esistenza.» Ignora la mancanza di gioia nei bambini che sono già al mondo. Promuovere l’esistenza della gioia, piuttosto che immaginarla nella mera esistenza.
«La procreazione è stata tradizionalmente una fonte di rafforzamento personale per le donne.» Teme la mancanza di potere. desidera quel potere e quel rispetto che la società sembra dare alle madri ma che certamente sottrae ad altri. Le madri ricevono più un sostegno fatto di sole parole che del vero rispetto. Rincorrere una famiglia non costituisce “rafforzamento”. Cercare fonti di rafforzamento che siano tali di per se stesse.

C’è da dire che far giudicare ai Volontari del VHEMT le ragioni per le quali la gente fa figli è come bandire un concorso per premiare la specie più intelligente e lasciare che sia proprio “la specie più intelligente” a decidere gli standard per la valutazione. Così siate voi i giudici: qualcuna delle ragioni elencate è così impellente da giustificare la creazione di un nuovo essere umano al giorno d’oggi?

Se volete, potete leggere qui una selezione delle ragioni addotte dagli altri, oppure andare su Why breed? per sostenere le vostre.

Qui potete invece leggere una classifica delle dieci migliori ragioni per non avere figli oggi.

Per quanto la maggior parte dei concepimenti siano indesiderati, la spinta a conformarsi al modello che la società considera “normale” è probabilmente la causa principale delle gravidanze intenzionali. Molti di coloro che continuano a riprodursi non hanno mai preso in considerazione la possibilità di fare altrimenti.

La propaganda natalista è sempre insidiosamente aggressiva e aggressivamente insidiosa.

Vorreste una copia della tabella riportata qui sopra? Potete averla gratis in formato PDF. Basta che facciate click qui.


 

 D: Ho sempre desiderato un figlio mio. Che altro scopo c’è nella vita?

Per molti, un semplice «non farlo» non è sufficiente. La maggior parte di coloro che non hanno figli necessita di alternative per colmare quei vuoti che la paternità o la maternità sembrano riempire.

Tanto gli uomini quanto le donne possono sentire la necessità di prendersi cura di qualcuno, e occuparsi degli altri “figli” della Terra può rivelarsi un’alternativa praticabile. La riabilitazione e la protezione della vita selvatica, la conservazione degli habitat, la riforestazione, Adopt-A-Stream, l’orticoltura e il giardinaggio sono alcune delle possibilità.

Per coloro che preferiscono non sostituire gli umani con la natura ci sono tanti bambini in cerca di genitori. L’adozione, l’affidamento, l’occuparsi dei figli dei parenti e i programmi del tipo Big Brother - Big Sister potrebbero soddisfare molte necessità. Anche un lavoro nel campo della cura dei minori o in quello dell’insegnamento può offrire ampie opportunità di occuparsi degli altri.

I giovanissimi non sono i soli che necessitano di cure. Noi umani, come ogni altro animale addomesticato, abbiamo bisogno d’essere assistiti in qualche momento della nostra vita. Anche aiutare gli anziani, i portatori di handicap, i malati o altri svantaggiati potrebbe soddisfare un’esigenza di sentirsi altruisti, se sincera.

Gli animali da compagnia hanno un impatto minore sull’ambiente rispetto agli umani, e molte delle persone che non vogliono figli trovano emotivamente soddisfacente l’adozione di un cane o di un gatto.

Il primo passo verso l’individuazione di un’alternativa alla procreazione sta nel mettere in discussione la mentalità natalista del passato. Fin da piccoli, ci viene detto che prima o poi avremo dei figli nostri. Ci viene spesso chiesto: «quanti e quando?». Le alternative cominciano ad acquisire un significato quando la nostra risposta è «nessuno e mai».

La non-genitorialità
Un saggio: «To breed or not to breed?»
[La traduzione alla lettera di questo titolo, «Figliare o non figliare», non rende giustizia dell’arguto gioco di parole tra l’originale e il noto dilemma shakespeariano «To be or not to be» («Essere o non essere») - N.d.T.]


D: Dobbiamo rinunciare al sesso?

Il sesso costituisce il mezzo col quale vengono concepiti la maggior parte dei bambini, ma l’atto sessuale è davvero la causa primaria della riproduzione umana? Prendiamo in esame le statistiche:

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni giorno facciano sesso una media di cento milioni di coppie, il che costituisce meno del 3,1% dei sei miliardi e mezzo di umani al mondo. Questa quantità irrisoria di praticanti del sesso dà luogo a circa 910.000 gravidanze, in parte grazie alla contraccezione e alla sterilità. Per una varietà di ragioni, il 55% degli zigoti non riescono a diventare un feto e a giungere vivi alla nascita. Secondo una stima dell’Ufficio del Censimento americano, ogni giorno ce la fanno in 359.000.

Dunque, meno dello 0,4% dei momenti intimi eterosessuali che si verificano ogni giorno hanno come effetto la nascita di nuovi umani — una correlazione statisticamente insignificante che non prova alcun nesso causale. Nei fatti, si tratta di una percentuale approssimabile allo zero.

Provateci per conto vostro. Fate una stima di quante volte nella vostra vita avete praticato il sesso. Ora, fate una stima di quante volte stavate realmente tentando di mettere al mondo un figlio. Dividete quel piccolo numero per il numero più grande e otterrete la percentuale delle volte in cui sesso e procreazione erano entrambi alla base delle vostre intenzioni.

Forse, se ci fossero più opportunità di gratificazione sessuale, molti non sentirebbero la necessità di colmare una persistente sensazione di vuoto con una persona che dipenda totalmente da loro.

[Nota: quanto sopra dimostra come possano essere manipolate le statistiche. Se affrontiamo la questione dal punto di vista opposto, è possibile dimostrare che oltre il 99% di noi è stato concepito per mezzo dell’attività sessuale.]

Ufficio del Censimento americano


D: Il VHEMT è favorevole all’aborto?

Solo in caso di gravidanza.

A parte gli scherzi, la gravidanza dovrebbe essere evitata quanto possibile. Le gravidanze indesiderate sono la causa di quasi tutti gli aborti, e il VHEMT sicuramente non vede con favore le gravidanze indesiderate.

Il Movimento non vede con favore neppure le gravidanze desiderate. Sfortunatamente, i concepimenti accidentali avvengono ancora, dunque una rete di sicurezza affidabile è essenziale per il benessere delle ragazze e delle donne. La criminalizzazione degli aborti non ha mai impedito che essi venissero comunque praticati, piuttosto li ha semplicemente resi pericolosi: si stima che gli aborti illegali provochino da 68.000 morti ogni anno.

L’aborto è inconcepibile in assenza di concepimento.

La questione dei diritti femminili ad un aborto legale e sicuro va in qualche modo oltre gli scopi del VHEMT. Ad ogni modo, la prima parola nel nome del Movimento è “Volontaria” [in inglese; traducendo quel nome in italiano “Volontaria” diventa l’ultima parola, ed è universalmente riconosciuto che l’ultima parola non è meno importante della prima - N.d.T.], e le nascite imposte, per definizione, non rispondono al requisito della volontarietà. Nell’ambito del Movimento sono rappresentate opinioni molto diverse su questa materia.

Per ulteriori informazioni circa la libertà riproduttiva e la responsabilità, si veda Respect for Life.

Coloro che si sono assunti la responsabilità permanente della propria fertilità si sono guadagnati un Diploma di Merito Distinto.


Indicatore della pressione contraccettiva

 I sondaggi effettuati ai tavoli informativi allestiti nel Nordamerica Occidentale usando questo indicatore hanno prodotto costantemente una preferenza media di poco superiore a 3. Attualmente, la pressione globale è inferiore a 1, il che potrebbe anche essere inteso come una effettiva assenza di possibilità di scelta: il limite estremo opposto della scala di misurazione. Però, più che subire l’imposizione dell’uso dei contraccettivi, come accadrebbe al livello 6, le coppie vengono costrette a non usarli e alcuni governi pagano addirittura dei bonus a chi si riproduce, attuando così un meccanismo di pressione contraccettiva inversa [l’Italia è tra i Paesi che incentivano la natalità per mezzo di bonus sempre più consistenti, per cui è quanto meno improprio parlare di vera libertà riproduttiva e contraccettiva in Italia - N.d.T.].


Video Rai.TV “Il Pianeta si sta davvero estinguendo?” Intervista di Les U. Knight al programma “Tatami”


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Traduzione italiana di Carpanix — visitate www.oilcrash.com per leggere altri articoli riferiti a sovrappopolazione e sovraffollamento.